Storia - Parrocchia Santi Fermo e Rustico - Cusago - ParrocchiaCusago

Parrocchia di Cusago
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storia
STORIA della CHIESA PARROCCHIALE dei SANTI FERMO e RUSTICO

La Chiesa di Cusago, dedicata ai Santi Fermo e Rustico, fu costruita nel XVI secolo grazie ad un lascito di Cesare Mascheroni e divenne, dal 1602 l’attuale Parrocchiale.
Prima di tale data Cusago faceva capo alla Pieve di Cesano Boscone.
Le sante spoglie di San Vincenzo Martire, esposte all'interno di un’urna di legno decorato e vetro, si possono visitare nella cappella a destra dell’altare maggiore.
Il calendario liturgico porta il 22 gennaio come giorno dedicato a San Vincenzo, ma la festa con esposizione dell’urna al centro della navata della chiesa parrocchiale, si tiene la prima domenica del mese di maggio.
In quel giorno un gran numero di pellegrini si reca alle spoglie del Santo per ottenere l’alleviamento di mali, la salute dei corpi e la salvezza dell’anima.
Nei secoli si sono segnalate grazie nelle malattie e nelle infermità.
Chiesa SS.Fermo e Rustico - Cusago
Così il documento che è custodito sotto il cuscino su cui poggia la testa di San Vincenzo Martire:

«L’anno 1887, nella terza domenica del mese, s’è celebrato in pompa solennissima il secondo centenario di San Vincenzo con un nuovo concerto di campane – l’urna venne novellamente indorata dal signor G. Battista Broggi di Milano, a spese del signor Paolo Gerli fittabile di Monzoro. Al Santo venne pure, a spesa dello stesso signore, cangiata la corona di fiori in testa, la tunicella e, comperata la palma, gli venne messo in dito un anello d’oro e la palma in mano.
Il secondo centenario di San Vincenzo dovevasi solennizzare l’anno 1885, essendosi qui portato l’anno 1685 dal Cardinale Ottobonus e donato alla chiesa parrocchiale di Cusago. Ma non si poté perché delle tre campane che esistevano sul campanile, una era fessa, cioè la prima, o il campanone, e le altre due erano quasi fesse anche loro.

Il Vicario Colombo Antonio fece di tutto per combinare la spesa di un nuovo concerto, ma né rispose convenientemente il comune, né la popolazione.
La causa principale per cui né il comune, né la popolazione risposero a combinare il concerto di 5 campane, fu non già la mancanza di volontà, sibbene la crisi agraria o il buon mercato delle granaglie per cui i fittabili e popolazione trovavansi in misero stato. Ma dopo il lasso di tempo di due anni, non si guardò a nulla e si fece ogni sforzo per combinare il tutto.

Finalmente dopo due anni, cioè alla primavera del 1887, per iniziativa del consigliere Guzzi Luigi, fittabile della Fornace e fratello del Sindaco, il comune stanziò L.1.500 pel restauro delle tre campane. Allora il vicario spirituale arringò il popolo dicendo essere opera molto decorosa ed onorevole il farne, con oblazione dei fedeli due altre – una maggiore della prima – l’altra minore dell’ultima, e così si fece. Alle parole del vicario tutti o quasi corrisposero e così si combinò il concerto di 5 campane che riuscì ottimo.

Viva il nostro Signore e Redentore Gesù Cristo.
Viva l’Immacolata sua madre. Viva San Vincenzo.
Che possa il vicario Colombo Antonio trovarsi in cielo, avendo egli fatto tutto a gloria di Dio e a bene della parrocchia».

PREGHIERA A SAN VINCENZO
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O glorioso Martire San Vincenzo,
dalla Divina Provvidenza assegnato
quale nostro speciale Patrono,
Vi preghiamo e supplichiamo a conservarci,
per quanto indegni, la vostra protezione,
nelle malattie e nelle infermità che ci affliggono.
Otteneteci fortezza nel dolore,
rassegnazione ai divini voleri affinché ogni nostra sofferenza
abbia a procurarci l’eterna gloria.  
Sancte Vincenti, intercede pro nobis.




Ripresa Tridimensionale
dell'Urna di San Vincenzo


SAN VINCENZO DIACONO E MARTIRE

È risaputo che i primi cristiani seppellivano i Martiri in cimiteri sotterranei o catacombe che venivano realizzate presso i loro poderi e trovandosi queste all’interno di proprietà private e avendo un uso di carattere religioso, ben raramente erano violati dai pagani.

San VincenzoSan Girolamo ai suoi tempi descrive così le catacombe:
“Intanto che da fanciullo mi trovava in Roma, per lo studio della letteratura, era solito con i compagni della stessa età e del medesimo pensare, portarmi nei giorni di Domenica ai sepolcri degli Apostoli e dei Martiri; entrare nelle grotte scavate nel profondo delle terre, ove i corpi dei sepolti sono collocati lungo le pareti a destra e a sinistra di chi vi entra. Tale è l’oscurità che colà ovunque vi regna che ai visitatori si può applicare il detto profetico: «Descendunt in infernum viventes».
Tante Tenebre sono spezzate solamente da qualche raggio di fioca luce mandata da rari pertugi, più che finestre, praticati a lunghi tratti nella volta. Ci si accede a stento, e spontaneo ricorre alla mente il verso di Virgilio « Horror ubique animos simul ipsa slentia terrent » - Ovunque l’orrore, e fin ogni cosa muta gli animi atterrisce» (San Girolamo, in Ezechiele cap. 40)”

Nella seconda metà del XVII secolo si effettuarono molti scavi e studi sulle catacombe, così le citazioni nel Bosio e nel Boldetti, e furono estratti tanti corpi che vennero assegnati ad altrettanti luoghi per essere esposti alla venerazione dei fedeli.
Fu allora che il Sacerdote Uccelli, parroco di Cusago, ottenne per mezzo del Cardinale Ottoboni, il corpo santo di Vincenzo Martire. Esso venne estratto dalle catacombe e consegnato per la custodia al Cardinal Carpegna allora Vicario Generale di Sua Santità Papa Alessandro VIII, come risulta dalla sua lettera datata 5 luglio 1679.

Al sacro corpo di San Vincenzo fu unito un vasetto del suo sangue.
Come appare in un documento deposto nell'archivio parrocchiale e datato 24 gennaio 1685, il vicario Generale Don Luigi Lanzi portò personalmente a Cusago il sacro corpo e fu delegato il Canonico Ordinario Andrea Rho per il riconoscimento delle sacre Reliquie.
Dopo d’allora continuo e fervente è il culto del popolo di Cusago e delle parrocchie vicine verso il Santo Martire.
Fu allora che il Sacerdote Uccelli, parroco di Cusago, ottenne per mezzo del Cardinale Ottoboni, il corpo santo di Vincenzo Martire.

Esso venne estratto dalle catacombe e consegnato per la custodia al Cardinal Carpegna allora Vicario Generale di Sua Santità Papa Alessandro VIII, come risulta dalla sua lettera datata 5 luglio 1679.

Al sacro corpo di San Vincenzo fu unito un vasetto del suo sangue.
Come appare in un documento deposto nell'archivio parrocchiale e datato 24 gennaio 1685, il vicario Generale Don Luigi Lanzi portò personalmente a Cusago il sacro corpo e fu delegato il Canonico Ordinario Andrea Rho per il riconoscimento delle sacre Reliquie.
Dopo d’allora continuo e fervente è il culto del popolo di Cusago e delle parrocchie vicine verso il Santo Martire.


Festa di San Vinceno
Parrocchia Ss. Fermo Rustico Cusago - C.F.: 80063510152
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